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Quando si parla di autoproduzione di energia elettrica si fa riferimento alla possibilità per i consumatori di produrre l’energia necessaria per la propria abitazione o attività in maniera indipendente, tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili. Si tratta di una soluzione che presenta importanti vantaggi economici, oltre che ambientali: per questo sempre più famiglie e professionisti scelgono di adottarla. In questo articolo vediamo come e perché diventare autoproduttori di energia elettrica nel 2024.

Autoproduzione energia elettrica: perché conviene?

Il principale motivo per iniziare ad autoprodurre la propria energia elettrica è indubbiamente il risparmio economico. Infatti, l’autoproduzione di energia permette di svincolarsi dalle dinamiche del mercato energetico tradizionale e dalle sue continue fluttuazioni, mettendo il consumatore al riparo dal rincaro dei prezzi. Con l’autoproduzione, quindi, è possibile non solo dire addio alle bollette esorbitanti, ma anche sapere sempre esattamente quanto si andrà a spendere, così da poter meglio pianificare il proprio budget familiare o le spese per la propria attività, ed evitare brutte sorprese.

L’autoproduzione di energia elettrica comporta inoltre un importante vantaggio ambientale, dal momento che si basa sull’utilizzo di fonti rinnovabili (solare, eolico o idroelettrico), più sostenibili e pulite rispetto ai combustibili fossili. In particolare, la transizione a fonti di energia rinnovabili consente di ridurre il proprio impatto ambientale di CO2 derivante dal consumo energetico del 94% (Fonte: Journal Of Cleaner Production), effettuando un gesto concreto per la salvaguardia del Pianeta (oltre che del proprio portafoglio).

Come autoprodurre l’energia elettrica per la tua abitazione

Per diventare autoproduttori di energia elettrica si possono seguire diverse strade:

  1. installazione di un impianto privato nella proprio abitazione o edificio commerciale
  2. adesione a una Comunità Energetica

Di seguito vediamo entrambe le soluzioni.

1. Autoprodurre energia elettrica con un impianto privato

La soluzione più nota e diffusa è quella che prevede l’installazione sul tetto di casa propria di pannelli fotovoltaici che, sfruttando le radiazioni solari, permettano di produrre energia elettrica necessaria a soddisfare il fabbisogno domestico. I pannelli possono poi essere integrati con un sistema di accumulo, che consente di immagazzinare l’energia elettrica non immediatamente consumata per utilizzarla anche nei momenti in cui non è possibile produrla per via della mancanza del sole (di notte o nelle giornate uggiose). Dotarsi di una batteria di accumulo è una scelta indispensabile se si vuole essere totalmente indipendenti e assicurarsi di poter usufruire dell’energia con continuità, ma i costi di tale dispositivo sono attualmente piuttosto elevati. Inoltre, non è garantito che con un impianto, anche se dotato della funzione di accumulo, si riescano a coprire tutti propri consumi. Questo per via dello sbilanciamento del fabbisogno tra estate inverno e delle differenze della performance dell’impianto tra varie stagioni.

Un’altra opzione, più complessa e meno diffusa della precedente, può essere quella di installare nel proprio giardino o terrazzo un impianto mini-eolico, ovvero un sistema eolico di piccola taglia per uso domestico, che permetta di produrre energia sfruttando la forza del vento. Si tratta tuttavia di una soluzione indicata solo per chi vive in aree particolarmente ventose, altrimenti risulterebbe molto poco efficiente.

Esistono infine anche gli impianti di micro-cogenerazione, pensati per gli edifici di piccola taglia, che combinano la produzione di energia elettrica ed energia termica. Uno dei limiti di questa tipologia di impianto è che non si può avere l’una senza l’altra: nei casi in cui c’è bisogno solo di energia e non di calore (ad esempio in estate) tale sistema si rivela dunque inefficiente.

Qualunque sia la tecnologia scelta, l’installazione di un impianto privato a casa propria non è sempre accessibile in quanto richiede la presenza di spazi adeguati e un investimento iniziale elevato, al quale vanno aggiunti i costi di manutenzione da affrontare nel corso degli anni.

2. Autoprodurre energia elettrica tramite l’adesione a una comunità energetica 

Un’altra strada per autoprodurre la propria energia elettrica è aderire a una comunità energetica. Le comunità energetiche sono state introdotte nel nostro Paese con il Decreto Milleproroghe 162/2019 e prendono il nome di CER (Comunità Energetiche Rinnovabili). Si tratta di realtà  composte da privati, PMI o enti pubblici che scelgono di dotarsi di impianti per produrre autonomamente e condividere energia proveniente da fonti rinnovabili a prezzo vantaggioso per i propri membri. Tali impianti possono essere realizzati ex novo oppure forniti da un soggetto terzo o da un membro della comunità.

La principale differenza rispetto all’autoproduzione di energia con un impianto privato risiede nel fatto che, nel caso delle CER, si parla, appunto, di impianti collettivi, che vengono installati in aree dedicate, evitando così il fastidio (e i costi) di dover fare lavori in casa propria. Tale soluzione, tuttavia, presenta diversi limiti; ad esempio, nelle CER, è possibile condividere l’energia solo tra consumatori geograficamente molto vicini (residenti nella stessa città o eventualmente in Comuni limitrofi) ovvero all’interno della stessa cabina elettrica primaria, per usufruire di incentivi statali. Inoltre, anche per le CER, non si arriva mai ad avere un autoproduzione del 100% del proprio fabbisogno energetico: ciò comporta dover necessariamente ritornare sul mercato elettrico ed essere soggetti alla volatilità del prezzo dell’energia.

Esiste però un’altra opzione per l’autoproduzione di energia elettrica pulita in maniera collettiva, che rappresenta in un certo senso un’evoluzione della CER: è quella offerta da Green Srl, società attiva nel settore dell’Energia e dell’Ambiente da più di 30 anni, che sta realizzando la prima Comunità Energetica Nazionale (CEN) in Italia. 

Si tratta di una proposta unica e mai vista prima, che permette ai piccoli consumatori – privati, professionisti, piccole imprese con un consumo massimo pari a 20 Mw/h ed energivori – di diventare co-proprietari di impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico). La CEN di Green Srl sarà divisa in 7 o più CEEC (Comunità Energetiche Estese Cittadini) che serviranno le diverse macrozone del Paese (da Nord a Sud) classificate in base ai prezzi zonali previsti dal mercato elettrico italiano. 

Entrando nella CEN, i consumatori otterranno il diritto di usufruire di energia elettrica pulita a un prezzo fisso convenzionato per 25 anni, ottenendo un risparmio fino all’80% rispetto all’attuale bolletta. Inoltre, tale energia potrà essere consumata anche su diversi immobili (ad esempio nell’abitazione principale e nella seconda casa o in ufficio), purché collocati all’interno della propria zona di riferimento. 

Come entrare nella Comunità Energetica Nazionale di Green Srl

Per entrare nella CEN di Green Srl occorre acquistare delle quote di una delle CEEC che andranno a comporla, a seconda della propria zona di riferimento. Attualmente, è possibile acquistare quote della prima CEEC del Nord Italia, partecipando alla campagna di equity crowdfunding in corso su Opstart.  Si possono acquistare da un minimo di 1 quota a un massimo di 20 quote al costo di 1380€ l’una. Ogni quota corrisponde a 1 MWh (1000kWh) di energia usufruibile in qualsiasi orario e anche in più edifici (purché situati all’interno della macrozona).

 

Vuoi far parte anche tu della Comunità Energetica Nazionale di Green e autoprodurre la tua energia elettrica in maniera sostenibile e a basso costo? Partecipa al crowdfunding su Opstart!

 

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