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Negli ultimi anni i costi dell’energia elettrica hanno subito continue oscillazioni. In particolare, i recenti conflitti e le tensioni internazionali hanno fatto lievitare i costi delle materie prime, determinando un aumento dei prezzi dell’energia elettrica per i consumatori, che si sono visti recapitare nel tempo bollette sempre più salate. Inoltre, con l’addio al mercato tutelato (fissato a luglio 2024 per l’elettricità) si prevedono ulteriori rincari: una situazione che per molti utenti è diventata insostenibile. Cosa fare quindi per ridurre le spese legate al consumo di elettricità? Diminuire gli sprechi e ottimizzare i propri consumi tramite l’adozione di buone pratiche è sicuramente utile, ma non sufficiente. La soluzione definitiva è passare all’autoproduzione, una scelta che permette a famiglie e imprese di liberarsi dalle dinamiche del mercato energetico tradizionale e ottenere un risparmio significativo. Se vuoi sapere come autoprodurre la tua energia e dire addio alle bollette esorbitanti, non ti resta che continuare a leggere questo articolo!

Autoproduzione di energia elettrica: di cosa si tratta?

L’autoproduzione di energia elettrica è il processo attraverso il quale un individuo o un gruppo di persone produce energia elettrica finalizzata al proprio consumo. Gli autoproduttori di energia si rendono dunque indipendenti dal mercato energetico classico e dalle sue continue fluttuazioni, ottenendo un maggior controllo sui propri consumi e riducendo sensibilmente i costi. Inoltre, l’energia viene autoprodotta facendo ricorso a fonti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, ecc.). Queste ultime, oltre ad essere più economiche, sono anche pulite e sostenibili e il loro utilizzo contribuisce quindi alla riduzione delle emissioni di gas serra: un fattore che, per via della crescente sensibilità dei consumatori alla questione ecologica, sta rendendo questa soluzione sempre più popolare.

Esistono sostanzialmente due strade per autoprodurre la propria energia elettrica:

  • L’installazione di un impianto privato nella propria abitazione (pannelli fotovoltaici o mini-eolico), grazie al quale generare l’elettricità necessaria a coprire in tutto o in parte il proprio fabbisogno energetico;
  • L’adesione a una comunità energetica, ovvero un’entità composta da privati, PMI o enti pubblici che prevede l’autoproduzione di energia tramite impianti collettivi (realizzati ex novo per la comunità oppure forniti da un soggetto terzo) e la sua condivisione tra i soci.

Entrambe sono soluzioni valide, ma l’adesione a una comunità energetica permette di evitare di fare lavori nella propria abitazione (o nell’edificio dove serve l’energia) ed è accessibile anche a chi non dispone di spazi adeguati per l’installazione di un impianto privato. Inoltre, gli impianti privati richiedono un investimento iniziale importante e non sempre alla portata di tutti. Entrambi le soluzioni, invece, prevedono costi di manutenzione ordinari e straordinari da affrontare lungo la vita dell’impianto (in media 20-25 anni).

Normative sull’autoproduzione di energia elettrica

In Italia l’autoproduzione di energia è regolata da diverse normative che, con il tempo, hanno puntato a rendere questa soluzione sempre più semplice da adottare, tramite l’introduzione di agevolazioni e l’eliminazione delle difficoltà burocratiche.

Ad esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici residenziali è stata notevolmente semplificata dal Decreto bollette  (D.Lgs. 17/2022), che ha eliminato la necessità di richiedere un’autorizzazione (salvo casi specifici).

Per quanto riguarda invece le comunità energetiche, queste ultime sono state introdotte in Italia tramite il Decreto Milleproroghe (DL 162/19) con il nome di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Con il tempo sono state poi apportate diverse modifiche e integrazioni volte alla semplificazione di alcune procedure. L’ultima evoluzione in merito risale a gennaio 2024, quando il decreto CER ha introdotto una serie di misure mirate a incentivare ulteriormente l’autoproduzione e le comunità energetiche.

Autoproduci la tua energia elettrica con Green: entra nella prima Comunità Energetica Nazionale (CEN)

Le comunità energetiche rinnovabili operano a livello locale. Infatti, gli impianti delle CER devono essere collocati in prossimità delle abitazioni dei membri e la condivisione dell’energia è dunque possibile solo tra consumatori geograficamente vicini (appartenenti alla stessa cabina primaria) per beneficiare degli incentivi statali. Questo è uno dei limiti che caratterizzano le CER.

La società Green Srl, attiva da più di 30 anni nel settore dell’Energia e dell’Ambiente, ha però sviluppato un’alternativa che permette di risolvere le criticità legate alle CER, ad esempio, superando i limiti di territorio. L’azienda sta infatti realizzando, tramite la piattaforma SeLea (portata sul mercato da Green nel 2021), la prima Comunità Energetica Nazionale (CEN) in Italia, grazie alla quale privati e piccole imprese (con consumi fino a 20 MWh) possono autoprodurre la propria energia elettrica da fonti rinnovabili.

La CEN sarà composta da 7 o più CEEC (Comunità Energetiche Estese dei Cittadini) che serviranno diverse macrozone, classificate in base alle zone elettriche previste dal mercato italiano (Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia, Sardegna). Le diverse CEEC investiranno in uno o più impianti della CEN SeLea.

La prima CEEC (SLC-2301 SpA), che servirà l’area del Nord Italia, è stata costituita e conta già numerosi soci (200+), tra privati e imprese, che hanno acquisito le loro quote partecipando al primo round di equity crowdfunding sulla piattaforma Opstart, conclusosi a febbraio 2024. Chi lo desidera, può acquistare le proprie quote (da un minimo di 1 a un massimo di 20) al costo di 1380€ ciascuna. Ogni quota darà diritto a chi la possiede di usufruire di 1 MWh di energia elettrica all’anno a un prezzo convenzionato fisso di 2 centesimi al kwh per 25 anni (salvo adeguamenti ISTAT,  garantendo un risparmio sulle bollette fino all’80%).

Per tutte le informazioni sul progetto, puoi visitare la pagina dedicata al crowdfunding di Green.

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